Venerdì 29 aprile siamo stati invitati dall’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Rimini a partecipare alla Veglia di preghiera in preparazione al 1°Maggio: “Giovani, lavoro e progetto di vita” alla Parrocchia di Villa Verucchio.
Ecco la bellissima testimonianza di Blerin per questa occasione:
“Quando avevo 16 anni avevo già un fratello in Italia, quindi i miei genitori mi hanno chiesto se anche io volessi partire. Io venivo da una zona molto povera, nel nord dell’Albania, lì per me era impossibile trovare lavoro.
In Albania l’Italia è vista come qui viene vista l’America. I genitori ti vogliono bene, però se decidi di andare via non ti trattengono.
Ho affrontato un viaggio abbastanza difficile in nave. Sono stato 18 ore chiuso in una scatola in un camion. Non c’era nessuno che conoscessi. Sono sbarcato ad Ancona con l’intento di andare a trovare mio fratello a Brescia. In realtà però ho preso un treno e mi sono fermato a Rimini, così, per caso. Io non parlavo l’italiano, mi sentivo come perso, non avevo neanche il cellulare. Era un brutto momento. Quindi ho sentito uno che parlava albanese e gli ho chiesto di darmi una mano.
Questa persona mi ha portato in questura. Io avevo un po’ paura ma lì le persone mi hanno trattato molto bene, mi hanno anche portato da mangiare, sono stati molto gentili.
Dalla questura mi hanno portato ad Amarkord, la casa di pronta accoglienza della provincia di Rimini, dove mi hanno accolto due educatori: Federica e Jimmy. Ricordo Jimmy che mi chiedeva se fumassi e quando gli rispondevo di no, mi diceva: “bravo, bravo!”.
Nei giorni seguenti mi hanno chiesto cosa avrei voluto fare e ho deciso di andare a scuola e fare l’idraulico. Mi hanno iscritto a un corso di formazione professionale al Centro Zavatta di Rimini e ho avuto anche l’opportunità di frequentare dei corsi di italiano per imparare la lingua.
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